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Il trattamento specifico per il cemento industriale ha l'obiettivo di formare un film o addirittura uno spessore protettivo che lo renda atto a sopportare ogni tipo di traffico e sollecitazione inoltre impedisce allo sporco di penetrare, quindi facilita la pulizia di manutenzione, evita lo spolvero del pavimento.
Ci sono diversi tipi di trattamento che si possono effettuare, a seconda dell'uso e della necessità del pavimento.
1. TRATTAMENTO CON RESINA EPOSSIDICA
2. TRATTAMENTO CON IMPREGNANTE AL SOLVENTE
3. TRATTAMENTO DI VERNICIATURA CON PRODOTTO POLIURETANICO EPOSSIDICO
Siamo in grado di offrirvi gratuitamente e senza impegno la consulenza dei nostri tecnici per trovare la soluzione più idonea alle vostre esigenze. Grazie all'utilizzo di prodotti e macchinari all'avanguardia siamo in grado di raggiungere elevati standard qualitativi da permetterci di soddisfarvi sotto ogni aspetto.
La pavimentazione in cemento può essere di due tipi:
CEMENTO GREZZO; è realizzato con cemento Portland, sabbia e pietrisco di cava. La superficie può essere resa più o meno porosa con differenti tipi di calandratura. E' duro e mediamente resistente all'abrasione, polveroso se non viene trattato ulteriormente con appositi prodotti.
CEMENTO QUARZATO; al cemento grezzo possono essere aggiunte sostanze indurenti, quali il carborundum, oppure "polvere" di quarzo, di basalto, di granito ect., allo scopo di aumentare il grado di resistenza all'abrasione. L'applicazione di queste sostanze viene eseguita per mezzo di apposit macchine. Il cemento quarzato può essere colorato (con l'aggiunta di ossidi). Normalmente è rosso, oppure grigio-
Questo tipo di pavimentazione è facilmente riconoscibile dai giunti metallici di dilatazione che si intersecano.
Le resine epossidiche sono sostanzialmente dei polieteri, ma mantengono questo nome sulla base del materiale di partenza utilizzato per produrle e in virtù della presenza di gruppi epossidici nel materiale immediatamente prima della reticolazione.
La resina epossidica più usata è prodotta attraverso una reazione di policodensazione tra l’epicloroidrina e il defenilpropano. Si utilizza un eccesso di epicloroidrina in modo da assicurare la presenza di gruppi epossidici ad entrambi gli estremi del polimero a bassa massa molecolare (900-
Altre molecole contenenti dei gruppi idrossi, come l’idroquinone, i glicoli e il glicerolo, possono essere utilizzati al posto del difenilpropano mentre non esiste sul mercato alcun prodotto contenente gruppi epossi con prezzo concorrenziale rispetto all’epicloroidrina.
Le resine epossidiche subiscono i processi di cura in presenza di innumerevoli materiali tra cui poliammine, poliammidi, fenol-
Nel caso delle reazioni con ammine, ad esempio, si ha l’apertura dell’anello epossidico a dare un legame beta-
Gli acidi e le anidridi acide reagiscono attraverso l’esterificazione dei gruppi idrossilici secondari presenti sulle resine epossidiche.
Le resine epossidiche possono subire processi di cura anche con polimerizzazione cationica usando come catalizzatori degli acidi di Lewis come il BF3 che forma dei polieteri a partire dai gruppi epossi.
Il principale utilizzo delle resine epossidiche è nel campo dei rivestimenti, in quanto queste resine combinano proprietà di flessibilità, adesione e resistenza chimica praticamente ineguagliabili.
Le resine epossidiche possono essere formate e laminate e permettono di creare articoli in materiale rinforzato con fibra di vetro che hanno caratteristiche meccaniche, elettriche e chimiche migliori di quelli ottenuti utilizzando, ad esempio, i poliesteri insaturi. Soltanto il prezzo degli epossidi impedisce un utilizzo più massiccio di questi materiali.
Le resine epossidiche vengono utilizzate anche come adesivi, schiume e pavimenti industriali.